Avvisi settimana 29 nov– 6 dicembre 2020

CELEBRAZIONE DELLA S. MESSA

I N V I T O 

AD ATTENERSI ALLE NUOVE DISPOSIZIONI

  • Tenere la mascherina per tutta la durata della celebrazione
  • Prendere il foglietto liturgico della S. Messa e quello dei canti. Sarebbe bene portarli a casa!
  • Occupare il posto indicato.
  • Non essendoci la colletta durante l’offertorio, chi desidera può lasciare la propria offerta nella cassetta in fondo alla chiesa.
  • Alla Comunione: disporsi in fila indiana, mantenendo la distanza stabilita, disporre le mani in segno di accoglienza.

*Il Corpo di Cristo! Rispondere: AMEN.

Fare un passo lateralmente e assumere l’Eucarestia.

  • Dopo il canto finale uscire dalla chiesa ordinatamente dirigendosi verso la porta ove è indicata l’ USCITA.

DOMENICA 29 nov.

PRIMA DOMENICA DI  AVVENTO

Inizia Novena dell’ IMMACOLATA viene inserita nella messa vespertina

AVVENTO DI SOLIDARIETA’ IMPEGNO COMUNITARIO:

sosteniamo la  Caritas parrocchiale con la raccolta generi alimentari (preferibilmente a lunga conservazione)  per le famiglie disagiate della comunità e per i poveri.

MERCOLEDÌ 2 DIC.

RITIRO SPIRITUALE PER TUTTI

ore 16.00 ADORAZIONE EUCARISTICA

PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

17.30 S. ROSARIO/18.00 VESPRI/

18.30 S. MESSA + riflessione sul “PADRE NOSTRO”

VENERDI 4 DIC.

ore 21 CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE

DOMENICA  6 dic.

ore 11.30 Battesimo GABRIELE CORDÌ

DOMENICA 29 NOVEMBRE ‘20  1a AVVENTO

L’Avvento è come un orizzonte che si allarga

L’Avvento è come una porta che si apre, un orizzonte che si allarga, una breccia nelle mura, un buco nella rete, una fessura nel soffitto, una manciata di luce che la liturgia ci getta in faccia. Non per abbagliarci, ma per svegliarci. Per aiutarci a spingere verso l’alto, con tutte le forze, ogni cielo nero che incontriamo. «Al di là della notte ci aspetterà spero il sapore di un nuovo azzurro» (N. Hikmet). Il Vangelo oggi racconta di una notte, stende l’elenco faticoso delle sue tappe: «non sapete quando arriverà, se alla sera, a mezzanotte, al canto del gallo, o al mattino» (Mc 13,35). Una cosa è certa: che arriverà. Ma intanto Isaia lotta, a nome nostro, contro il ritardo di Dio: ritorna per amore dei tuoi servi… se tu squarciassi i cieli e discendessi.
Non è l’essere umano che dà la scalata al cielo, è il Signore delle Alleanze che discende, in cammino su tutte le strade, pellegrino senza casa, che cerca casa, e la cerca proprio in me. Isaia capovolge la nostra idea di conversione, che è il girarsi della creatura verso il Creatore. Ha la sfrontatezza di invocare la conversione di Dio, gli chiede di girarsi verso di noi, ritornare, squarciare i cieli, scendere: di convertirsi alle sue creature.
Profezia del nome nuovo di Dio. Finisce la ricerca di Dio e inizia il tempo dell’accoglienza: ecco, io sto alla porta e busso…
«Le cose più importanti non vanno cercate, vanno attese» 

(S. Weil). Anche un essere umano va sempre atteso. Ci sembra poca cosa, perché noi vogliamo essere attivi, fare, costruire, determinare le cose e gli eventi. Invece Dio non si merita, si accoglie; non si conquista, si attende. Gesù nel Vangelo di questa domenica non si stanca di ripetere il ritornello di due atteggiamenti, nostro equipaggiamento spirituale per il percorso dell’attesa: state attenti e vegliate (Mc 13,33.35.37). L’attenzione ha la stessa radice di attesa: è un tendere a… Tutti abbiamo conosciuto giorni in cui la vita non tendeva a niente; sappiamo tutti cos’è una vita distratta, fare una cosa ed avere la testa da un’altra parte; incontrare una persona e non ricordare il colore dei suoi occhi; camminare sulla terra e calpestare tesori di bellezza. Distratti. L’amore è attenzione. L’attenzione è già una forma di preghiera, ed è la grammatica elementare che salva la mia vita interiore.
Il secondo atteggiamento: vegliate. Non permettete a nessuno di addormentarvi o di comprarvi. Vegliate sui primi passi della pace, della luce dell’alba che si posa sul muro della notte, o in fondo al tunnel di questa pandemia. Vegliate e custodite tutti i germogli, tutto ciò che nasce e spunta porta una carezza e una sillaba di Dio.
                                                                                    

    (Padre Ermes Ronchi)