La nostra parrocchia celebra quest’anno la sua VII Decennale Eucaristica, quella della Decennale Eucaristica è una tradizione esclusiva della nostra città ed è strettamente legata alla liturgia delle processioni eucaristiche.
Origine della Decennale Eucaristica detta in Bologna “Festa degli Addobbi”
Nel 1263, un sacerdote boemo che nutriva ancora seri dubbi sulla transustanziazione, mentre celebrava messa in Bolsena, sulle rive dell’ononimo lago laziale, vide uscire dall’ostia spezzata uno schizzo di sangue che macchiò il corporale e le pietre dell’altare stesso. Papa Urbano IV (Giacomo Pantaleone Troyes), che prima di ascendere al pontificato era stato arcidiacono della cattedrale di Liegi e si trovava in quel periodo in Orvieto, rimase fortemente impressionato per il fatto straordinario in quella città, dove è ancora conservato. L’8 settembre successivo poi, lo stesso pontefice, con la bolla, “Transiturus de hoc mundo” istituì per l’intera comunità Cristiana la festa del “Corpus Domini” da celebrarsi nel giovedì dopo l’ottava di Pentecoste.
A Bologna nella prima metà del sec. XVI, nacque poi un’originale tradizione: alcune parrocchie iniziarono a solennizzare il “Corpus Domini” con proprie cerimonie e processioni che si svolgevano nei giorni prossimi a quello della festa liturgica.
Una prima regolamentazione dei queste cerimonie parrocchiali dette “Processioni Generali”, nate spontaneamente e diffusesi con una certa rapidità all’interno del territorio urbano prima, e nell’immediato suburdio poi, venne operata, nel 1567, dal Card. Arcivescovo Gabriele Paleotti, ma solo attorno al 1670 il Card. Girolamo Boncompagni stabilì il turno decennale delle parrocchie, che dette alla festa il nome di “Decennale Eucaristica” e che permise alle parrocchie ed ai parrocchiani di panificare la preparazione, non solo delle cerimonie religiose, ma anche di tutte quelle manifestazioni collaterali, caritative e artistiche, folcloristiche, ecc.
Folclore
Il
termine “addobbi” usato dai bolognesi per contrassegnare questa
festa deriva dall’usanza di addobbare le strade lungo cui si
snodava la processione: le colonne dei portici erano rivestite di
drappi di velluto e di seta multicolori e si stendevano grandi teloni
per difendere la processione dal calore del sole. Dappertutto
pendevano “zendali” e festoni di alloro; le finestre e i portoni
erano ornati con trofei di fiori, lumiere di cristallo e candelabri.
Nelle piazze si innalzavano archi e architetture posticce e si
costruivano carri allegorici che illustravano concetti morali legati
all’Eucarestia o al santo titolare della Parrocchia. All’uscita
della chiesa i parrocchiani erano accolti dallo scampanio che
proveniva dalla torre campanaria dove i maestri del “doppio”
bolognese (quel nostro modo, così tipico di suonare le campane!)
erano fieri di mostrare tutta la loro maestria.
Sulle strade c’era
musica fino a tarda sera e in ogni casa si faceva festa con amici e
parenti, mentre le “arzdaure” si prodigavano a confezionare la
tradizionale torta di riso (detta anche torta degli addobbi). La
Decennale divenne presto anche un’occasione per lavori di
manutenzione straordinaria degli edifici pubblici e privati, a
cominciare dalla chiesa. Non si badava a spese e ogni Parrocchia
faceva a gara per superare quelle vicine in ristrutturazioni e
abbellimenti. Le Compagnie del Santissimo Sacramento si adoperarono
perché ogni chiesa parrocchiale si munisse di arredi e paramenti
preziosi, che si conservano ancora oggi a testimonianza dello sforzo
anche economico sostenuto da ogni comunità per “dar gloria
all’Eucarestia”. Una particolare attenzione veniva poi riservata
ai poveri (orfani, vedove e zitelle…), che grazie alle generose
offerte dei parrocchiani venivano provvisti di mezzi e di vestiario.
Una festa tipicamente petroniana dunque, in cui si intrecciano fede,
carità, folclore e orgoglio campanilistico.
Non solo una bella tradizione
La festa della Decennale Eucaristica tuttavia non è solo una bella tradizione, ma interpella direttamente la fede della comunità parrocchiale nell’Eucaristia e la carità che da essa trae origine. È un momento di grazia per tutti i parrocchiani, chiamati a riscoprire il Mistero Eucaristico come sorgente di amore e di comunione, per far sì che la nostra comunità parrocchiale sia sempre più una famiglia di famiglie, aperta e sensibile alle necessità del prossimo.