Si è saliti sul monte con i pullman o con i propri mezzi, addirittura a piedi; e c’era il sole:
duecento e più fedeli per un pellegrinaggio singolare e giubilare Si era già partecipato al
giubileo di Roma con la diocesi bolognese; ma questa volta non si è entrati in una cattedrale
adorna di statue e mosaici. Solo il nulla di coreografico, solo alcuni sassi reduci dalla
demolizione di una chiesa, solo un altare provvisorio e una fragile tenda bianca mossa da un
vento primaverile. Tutto autentico e sobrio, anzi austero.
Cristo ha celebrato lì il suo sacrificio eucaristico intorno a bambini, adulti e anziani, alcuni dei
quali in malferma salute; c’era un unico coro osannante tra le colline di Montesole e i ruderi di
una chiesa un tempo dedicata a San Martino.
Il ricordo di un passato martirio è stato sigillato nei meandri dei sentimenti di alcuni che
ancora tengono viva la memoria. Sono passati ottanta anni da quella tragedia che viene
definita la più cruenta consumata tra le montagne di Marzabotto durante la seconda guerra
mondiale.
Accarezzato dall’aria salubre è un piccolo cimitero; una lapide di pietre scure composite ad
arte riporta i nomi dei morti credenti che hanno convertito il luogo dell’eccidio in un sacrario;
il silenzio in una preghiera tacita trasformante.
Quel giorno è stata evocata principalmente la figura di cinque sacerdoti tra le centinaia di
uccisi per un ideale. Il nome di Cristo continua ancor oggi a parlare di amore tra le pietre
sparse sulle colline.
Uno di questi preti è il giovane Giovanni FORNASINI, da poco proclamato beato, che viaggiava
con la sua bicicletta, tra tribolazioni e pericoli, per portare conforti e viveri alle piccole unità
abitative di Sperticano e di Casaglia sparse tra i monti. Una figura emblematica, testimone
dell’umile sapienza di Don FORNASINI, è stata la presenza della nipote del sacerdote
martire, Caterina, che al gruppo parrocchiale di pellegrini ha evocato, nella chiesa di
Marzabotto, i momenti salienti delle torture subite da Don Giovanni.
Caterina ha pure partecipato all’Eucaristia nella Messa Giubilare.
Gruppi di bambini e giovanissimi hanno potuto, dopo il rito, saltellare tra quelle colline
benedette dal sangue dei martiri; a piccole squadre, infine, salendo alla chiesa distrutta di
Casaglia, molti hanno varcato a soglia della Porta Santa, adorando un crocifisso appeso ai
ruderi di un altare.
Luca Tentori, coordinatore del pellegrinaggio, è riuscito a dare entusiasmo ad ogni fascia di
età della parrocchia che ha colto con fede semplice e pietà l’invito ad una concreta
meditazione attraverso le testimonianze vive di Suor Teresa e di Padre Tommaso della
famiglia di Don Dossetti. Insieme a Luca vanno ringraziati Mario, Stefano, Andrea, Gianni R. e
Gianni C.
Papa Francesco ha voluto annoverare fra i Martiri della fede Don Giovanni FORNASINI
il 26 settembre 2021.
Il nostro Vescovo Zuppi, nell’omelia tenuta a Casaglia il 25 aprile 2022 ha detto:
“Ci siamo ammalati di avidità… e lasciati paralizzare dall’egoismo; vorremmo che la richiesta di
perdono fosse l’inizio di una vera riconciliazione”.
Sta di fatto che anche oggi dove passano i martiri l’aria e la cultura diventano più salubri e più
respirabili.